Libro: "Fiore di roccia" di Ilaria Tuti (2020)
Agata si chiama così il personaggio principale di questo racconto ambientato nel Friuli nella prima guerra mondiale e che romanza storie vere, quelle delle Portatrici della Carnia. Agata è una giovane donna che vive in un mondo patriarcale con il fronte e le trincee scavate nelle viscere della montagna a pochi chilometri da casa; gli austro-ungarici rischiano di sfondare e anche alle donne viene chiesto l’enorme sacrificio di portare in quota pesanti armamenti e contemporaneamente di continuare ad essere madri, mogli, sorelle, contadine, massaie.
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Libro: "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov (scritto 1930/40 pubblicato 1966) C’è l’inizialismo di coloro che devono partire sempre dal principio da Adamo ed Eva e ti riempiono di dettagli spesso inutili, poi c’è il tira-sassismo usato da quelli che sganciano la bomba e poi ti dicono non te l’ho mica detto per… passiamo al modo evitante utilizzato per comunicare tutte le informazioni eccetto proprio quelle scomode che sarebbe utile conoscere ed infine il capisci a me di coloro che ad esempio dicendo che credono molto nella responsabilizzazione dei propri collaboratori, ti stanno dicendo che solo tu sarai responsabile di quello che fai. Ma di questo linguaggio trasversale, torbido che a volte viene usato consapevolmente ed a volte no, che in certi casi è utile ed in altri crea difficoltà nel flusso delle informazioni, troviamo nel libro il Maestro e Margherita di Bulgakov un sublime esempio nel dialogo tra Pilato, procuratore romano e Afranio capo dei servizi segreti del procuratore. Libro: “La pianta del mondo” di Stefano Mancuso (Laterza – 2020) emulare la saggezza sostenibile del mondo vegetale anche nelle nostre attività lavorative quotidiane, migliorando le relazioni con i colleghi, riducendo i contrasti ed avendo a disposizione informazioni tempestive per poter agire adeguatamente
Le Piante che rappresentano l’85% degli esseri viventi usano più spesso la #collaborazione della #competizione per la propria #strategia di adattamento all’ambiente.
Tutto ciò è mutuabile nei processi aziendali? Penso di sì a patto di aver chiaro cosa spinga le persone a collaborare e cosa a competere. Libro: "Cambiare l’acqua ai fiori" di Valérie Perrin (2018)
un’esplorazione sulle scelte umane, così fragili, incerte e temporanee. È una potente rappresentazione della vita senza distinzioni sociali o culturali (in questo mi ricorda i Miserabili di Hugo). Le chiavi di lettura di questo libro sono molteplici ed ho riportato quelle, per me, forse più importanti; d’altronde, come dice Recalcati, è il libro che ci legge anche se noi tendiamo a pensare il contrario.
Ma quale relazione può esserci tra un libro così ed il mondo del lavoro? Libri: "La religieuse" di Diderot (1780) e "La treccia" di Laetitia Colombani (2018)
Anche nel secondo libro, La Treccia, nel quale tre vividi racconti si intrecciano (appunto), le protagoniste sono donne . Smitha nasce nella casta indiana più bassa e sogna per la figlia Lalita, iscrivendola a scuola, un destino diverso da quello di raccogliere escrementi umani come da generazioni le donne della famiglia sono costrette a fare. Ma Lalita è diversa, non appartiene alla casta degli altri compagni di scuola, e viene umiliata davanti a tutti spingendo la madre verso decisioni ancora più difficili. Sarah è, invece, una donna in carriera, temuta e rispettata ma il suo fisico la tradisce ed una malattia complicata ne segna la progressiva segregazione, perché diventata diversa, debole, potenzialmente fallibile. Infine Giulia che è affascinata da una persona esterioremente diversa ma così in armonia con la sua anima e sarà proprio la diversità ad insegnarle a guardare lontano, oltre i confini di una tradizione di famiglia. UNA CHIAVE DI LETTURA SUGGERITA DAI LIBRI Da questi racconti emerge che Diversità ed Inclusione sono due facce della stessa medaglia. Diversità ed inclusione possono essere letti, infatti, sia dalla prospettiva del gruppo che da quella dell’individuo. Libri: "Furore" - "The grapes of wrath" di J. Steinbeck (1939) e "Resto qui" di M. Balzano (2018)
Non credo di sbagliare troppo se descrivo un team ideale come quel gruppo di professionisti che concede a tutti i suoi membri autonomia e riconoscimento, comunica al proprio interno in modo aperto, distribuisce adeguatamente informazioni e compiti, segue regole condivise, è capace di adattarsi ai cambiamenti e raggiunge gli obiettivi per cui si è formato. Spero che molti di voi lavorino in questa piacevole situazione. Anche i personaggi di Furore e Resto qui vivono una condizione sociale accettabile appartenendo a due comunità contadine, a gruppi coesi. Eppure in ogni gruppo è sempre latente una forza disgregatrice, che mina la stabilità del team, che tende ad allentarne i legami, che mette in discussione equilibri conquistati spesso con tanta pazienza. In entrambi i romanzi considerati, questa forza distruttrice si manifesta attraverso una minaccia che va a colpire l’esistenza del nucleo più sacro per una cultura contadina, ovvero la famiglia. Di fronte ad un attacco, così intimo, ogni mezzadro, ogni contadino smette di pensare come componente di un gruppo più ampio e inizia a reagire con l’istinto di conservazione e sopravvivenza della propria famiglia. Pur con tutte le dovute differenze tra una comunità sociale ed un gruppo di lavoro aziendale, i due romanzi ci aiutano a identificare alcune forze che minano la stabilità di un gruppo. Tra quelle interne al gruppo:
Libro: "L' avvocato di strada" di John Grisham (1998) Il tema della motivazione delle persone, in questi momenti di spiccata fluidità del contesto economico e di ripensamento organizzativo per abbracciare i principi dell’Industry 4.0, non è di secondo piano.
L’efficacia dell’incentivazione come elemento motivazionale è tema di discussione da tanto tempo, sia a livello economico che psicologico. Intorno al 1980, Deming (https://deming.org/explore/fourteen-points) uno dei padri della qualità e collaborazione aziendali propose 14 punti, alcuni dei quali contrastanti con la filosofia filo-tayloristica di Peter Drucker e dei suoi Management by Objectives ancora oggi molto presenti nei contratti di lavoro. A sua volta, la psicologia ha sviluppato teorie motivazionali (un chiaro riassunto si può trovare qui https://www.psychologytoday.com/us/blog/fulfillment-any-age/201110/motivation-the-why-s-behavior) che cercano di spiegare quali elementi spingano le persone a compiere azioni. Ma passiamo alle cose pratiche e prendiamo il caso di un’azienda che già utilizzi un sistema di incentivi per motivare i propri dipendenti. Come testarne l’efficacia? Libri: "La lunga notte di Adele in cucina" di Livia Aymonino e "A proposito di Marta" di Pierluigi Battista (2018)
Entrambi gli autori si sono dedicati al tema delle differenze generazionali; Livia Aymonino più nell’accezione del percorso di cambiamento tra le varie fasi della vita (infanzia, adolescenza, ecc.), Pierluigi Battista annotando, con ironia e rigore, discordanze di abitudini, interessi e convinzioni tra giovani di ieri e di oggi.
Tanti gli spunti utili per la vita aziendale, particolarmente interessante una riflessione di Livia Aymonino. " Ogni albero ha una voce, un carattere, un uso " Mauro Corona Libro: "Le voci del bosco" di Mauro Corona (1998) Nel libro, Le voci del bosco, Mauro Corona, scrittore, artista e più in generale uomo della montagna friulana, ha associato l’aspetto esteriore ed interiore di alcuni alberi ai comportamenti degli esseri umani. Ho provato a ricontestualizzare questo libro all’interno di un'azienda... divertitevi a vedere in quale bosco lavorate! (nel testo che segue sono riportate in corsivo le descrizioni dello scrittore) (1) Chiusura del quarter, pressione enorme sui risultati, messaggi, video conferenze, livello di stress ai massimi per tutti, qualcuno esce di testa avventurandosi in imprecazioni fantasiose... non lei o lui che esprimono il massimo della resilienza proprio come il viburno lantana detto revol che si piega senza farsi spezzare. È un albero che ricorda le persone tenaci (ne conoscete? siete voi?) quei colleghi infaticabili anche quando il ritmo lavorativo va a mille, che ammiriamo per la loro capacità di rimanere lucidi e sereni nelle riunioni più burrascose, coscienti delle proprie competenze e saldezza morale. (2) Comincia il solito meeting operativo e lui, sì proprio lui, non si presenta. Passa qualche ora ed inizia la riunione con il VP europeo e lui, questa volta, appare... ecco a voi il nocciolo sottile, ben vestito, diritto, ti dà l'idea del furbetto che non vuole fare nulla e cerca i posti dove batte il sole, al pari dei colleghi spesso desiderosi di mettersi in mostra, di rivendicare la paternità delle buone idee degli altri, che aspirano ad una certa posizione come trampolino per un ulteriore salto verso carriere siderali. Avete già conosciuto qualche nocciolo in azienda? No? Non ci credo! (3) Dopo le fake news, le bad news finalmente le good news come quando si ha la fortuna di incrociare la persona maggiociondolo, l'amico fedele che rimane nell'ombra ma è pronto ad intervenire in caso di bisogno, come coloro che un leader sceglie per confrontarsi sulle questioni più delicate, come quei colleghi che ti aiutano a raggiungere un obiettivo senza chiederti nulla in cambio se non la stima. Ditemi, siete proprio voi un bel maggiociondolo?
(4) C'è chi in azienda cammina e chi vola a tre metri da terra... è appena entrato in ufficio, l'acero, bello ed elegante ma solo di facciata, che ostenta sicurezza, savoir faire, ma che proprio l’altro giorno vi ha chiesto conforto poiché era disperato, succube delle costose richieste della compagna e del figlio adolescente totalmente brandizzati... volare un po' più in basso, no? (5) Dai mi è andata bene con i miei colleghi facciamo gruppo, pratichiamo sport insieme siamo tutti connessi ... ma questa persona è davvero inavvicinabile si tratta dell’acacia ... Libro: "Tokyo transit" di Fabrizio Patriarca (2017) "Il mondo muta opinione secondo latitudine, lo sappiamo, il mondo ci giudica diversamente di fuso in fuso" Fabrizio Patriarca Il romanzo di Patriarca del 2017 affronta con un lessico roboante, ritmico, ammiccante e suadente, la storia di alcuni personaggi provenienti da culture diverse che si ritrovano a vivere a Tokyo... Le relazioni e le comunicazioni tra i vari personaggi sono ambivalenti, perché da un lato risentono della differente provenienza geografica e dei relativi pregiudizi reciproci (ad esempio la spiegazione data ai comportamenti in base alla nazionalità) dall'altro si nutrono di questa esperienza di vita in comune in una città straniera per tutti. Mi sono ritrovato a pensare ad alcune prolungate esperienze di lavoro all'estero per conto di qualche multinazionale che recano un'indefinita sensazione di differenza e di comunanza, di pregiudizio e di scoperta, di ovvietà e di sorpresa. Ma anche senza andare molto lontano, penso a quelle situazioni paradossali dove interi team di lavoro non parlano gli uni con gli altri, attribuendosi orribili peccati originali ...
Libro: "Il Segreto delle libreria sempre aperta" di R. Sloan (2012) "Una confraternita segreta ha passato cinquecento anni dedicandosi esclusivamente a quella missione. Kat non sembra darci peso, mentre fissiamo un appuntamento per venerdì mattina" da Il Segreto delle libreria sempre aperta di R. Sloan Ne Il Segreto della libreria sempre aperta, romanzo di Robin Sloan del 2012 ci sono due temi che sono ricorrenti anche in ambito aziendale. Il primo è quello del potere basato sull'approccio fideistico. Come fanatici alla prese con un compito improbo, la decriptazione del codice di Manuzio (personaggio storico realmente esistito), gli adepti alla Costola Intatta hanno creato un'organizzazione piramidale, burocratica. E come nella miglior tradizione di questo tipo di organizzazione, il pensiero divergente, laterale è bandito, viene premiato l'integralismo, il rispetto acritico delle regole senza alcun tipo di innovazione. Quante volte anche le aziende rimangono statiche, prede delle loro certezze, senza avvertire il bisogno di guardare oltre, di tra-guardare, di cambiare, di creare al proprio interno la possibilità di un futuro differente? Il secondo tema è relativo al rapporto fra generazioni differenti.
Nel libro c'è un'ulteriore dimostrazione del fatto che quando generazioni diverse si riconoscono nelle loro specificità, si ascoltano e condividono informazioni la soluzione dei problemi è spesso a portata di mano. Libro: "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" di Alice Basso (2015) "Ci sono rapporti capo-dipendente basati sulla stima reciproca, sulla fiducia, sulla condivisione di valori, o anche del senso dell'umorismo. |
Il libro di Alice Basso è davvero piacevole, ironico e avvincente. La storia della ghost writer Vani assomiglia, per qualche aspetto, a quella dei collaboratori alle prese con un capo che si appropria delle loro idee e intuizioni. Ma Vani non fa sconti a nessuno, tantoméno al suo untuoso boss, tutto dedito alla conservazione del suo potere. Vani possiede infatti un particolare talento, quello di riuscire con rapidità e profondità a immedesimarsi in coloro per i quali deve scrivere libri, articoli e discorsi. Per una casa editrice Vani è (come si dice) una "risorsa" preziosa e dunque ... pagata poco! Le poche frasi con le quali descrive la relazione con il suo capo rimandano a un'antipatia ancestrale ... e quante volte questo accade anche nella realtà. A volte tocca proprio al collaboratore trovare il modo di sopportare il proprio superiore ... |
Pongono una questione al capo, la discutono, magari con tesi avverse ed alla fine cedono, riempiendo il superiore di elogi.
Certo non lo fanno spesso, passerebbero per incompetenti, ma hanno la capacità di farlo su argomenti secondari con i quali possono aumentare l'autostima del capo senza peggiorare quella che il superiore ha di loro.
Chi lo pubblicò, diede alle stampe un testo che descrive le migliori strategie di attacco e relative difese per prevalere nelle discussioni.
Come possiamo difenderci da un attacco (verbale) alla nostra persona?
Provate a dirlo voi!
"Io avrei avuto bisogno di un po' di incoraggiamento, un po' di gentilezza di qualcuno che mi lasciasse aperta la mia strada ..."
da Lettera al padre di F. Kafka
Ce ne sono anche troppi, che spiegano quello che un buon capo deve o non deve fare.
Kafka si sofferma sull'enorme asimmetria di potere tra padre e figlio che può essere paragonata a quella tra un capo ed un collaboratore.
Se da un lato si può diventare genitori senza aver "studiato" da padre o da madre, in un'azienda si può diventare "capi" in ossequio al principio di Peter, ovvero in base alla "massima incompetenza".
Il principio di Peter prevede che ognuno raggiunga il punto più alto della scala gerarchica dove la sua incompetenza, in quel ruolo, è massima.
Incompetenza non soltanto tecnica ma più spesso relazionale che segna una profonda distanza tra capo e riporto.
" Where all think alike, no one thinks very much"
"Quando tutti pensano allo stesso modo, nessuno pensa molto"
da The stakes of diplomacy di W.Lippmann
Il conformismo ci induce ad agire ed anche pensare in modo simile a ciò che noi immaginiamo che la maggioranza, del gruppo cui apparteniamo, apprezzi.
E' una coperta nella quale ci avvolgiamo per sentirci protetti, tranquilli, accettati e difesi.
Al lavoro il conformismo compare spesso nelle riunioni ...
"L'alba ci colse come un tradimento; come se il nuovo sole si associasse agli uomini nella deliberazione di distruggerci"
da Se questo è un uomo di P.Levi
" Indipendentemente da come la si pensi, i campi di annientamento sono la prova dell'abisso dell'anima umana che non ha neppure più timore di mostrarsi per quel che può essere. Nessun altro animale annienta i propri simili per deliberato calcolo, nessun altro animale è preda o predatore a causa di ideologie" .
"Cari cittadini di campagna sono davvero felice di ritrovarmi qui, con voi, nel luogo che mi ha dato i genitali"
da Scusatemi ho il patè d'animo di G. Quaranta
L'unico consiglio è evitare di cercare di rimediare, perché si possono fare ulteriori danni.
Preferibile ridere insieme agli altri.
E quando incontra i suoi vecchi colleghi ...
Pirandello, tuttavia, ci stimola a pensare a quanti noi (o immagini di noi) esistono nella testa degli altri con i quali ci relazioniamo.
Così anche l'ufficio ed il reparto di lavoro possono diventare un incredibile gioco di specchi.
Ma al lavoro può capitare che questa naturale certezza evapori.
Ci sono due grandi forze che spingono l'essere umano ad agire.
Da un lato, la ricerca dell'affermazione di se stesso.
Dall'altro il profondo desiderio (tipico dei mammiferi) di appartenere ad un gruppo. Di essere riconosciuto dagli altri.
A sua volta, il sociologio Goffman ci introduce al concetto di struttura formale delle organizzazioni, fatta di ruoli, di procedure e di quella, altrettanto influente ed importante che è la struttura, informale, composta da un insieme di aspettative, rituali, pettegolezzi, pregiudizi, convinzioni espresse in contesti non ufficiali quali una sala mensa, la macchinetta del caffé, la sala di ricreazione.
Chi lavora in un'azienda deve inevitabilmente tener conto dei due mondi, formale ed informale, che si influenzano ogni giorno.
Un buon esempio dell'esistenza di questi due mondi è iI comunicato aziendale esposto in bacheca (virtuale o fisica). In particolare, il momento della sua preparazione e quello successivo della sua interpretazione.
Spiazza il tuo interlocutore !
Ma spiazzare l'interlocutore è solo l'effetto pratico del consiglio che ci danno Arriano/Epitteto ma dietro al loro suggerimento c'è molto di più.
DAL 2014
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Ecco perché la letteratura aiuta spesso a comprendere e decifrare, anche meglio dei testi "professionali", quelle intricate situazioni lavorative nelle quali emozioni, interessi, ruoli e contesto si influenzano reciprocamente. Dal 2014 booksboxes !
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