Libri: "La religieuse" di Diderot (1780) e "La treccia" di Laetitia Colombani (2018)
Anche nel secondo libro, La Treccia, nel quale tre vividi racconti si intrecciano (appunto), le protagoniste sono donne . Smitha nasce nella casta indiana più bassa e sogna per la figlia Lalita, iscrivendola a scuola, un destino diverso da quello di raccogliere escrementi umani come da generazioni le donne della famiglia sono costrette a fare. Ma Lalita è diversa, non appartiene alla casta degli altri compagni di scuola, e viene umiliata davanti a tutti spingendo la madre verso decisioni ancora più difficili. Sarah è, invece, una donna in carriera, temuta e rispettata ma il suo fisico la tradisce ed una malattia complicata ne segna la progressiva segregazione, perché diventata diversa, debole, potenzialmente fallibile. Infine Giulia che è affascinata da una persona esterioremente diversa ma così in armonia con la sua anima e sarà proprio la diversità ad insegnarle a guardare lontano, oltre i confini di una tradizione di famiglia. UNA CHIAVE DI LETTURA SUGGERITA DAI LIBRI Da questi racconti emerge che Diversità ed Inclusione sono due facce della stessa medaglia. Diversità ed inclusione possono essere letti, infatti, sia dalla prospettiva del gruppo che da quella dell’individuo. Frequentemente, un gruppo privilegia, per garantire la propria sopravvivenza, il conformismo dettando implicite norme di comportamento (la cultura) che vanno da espressioni esteriori (es. abbigliamento, linguaggio) ed interiori (es. preferenze politiche o sessuali). Attraverso il conformismo, una persona viene accettata e riconosciuta dagli altri, e soddisfa così queste due necessità basilari degli esseri umani. Ma un individuo cerca, a sua volta, di sopravvivere ed affermare/sviluppare se stesso nel mondo anche distinguendosi dagli altri. L’appartenenza ad un gruppo può diventare necessaria (Smitha vuole che la figlia Lalita possa andare a scuola per emanciparsi), utile (un ottimo avvocato ha successo se lavora in uno studio legale affermato) oppure, al contrario, una condanna (Susanna vorrebbe vivere anche da povera pur di scappare dall’angosciante monastero) ma, ed è qui uno snodo fondamentale dei racconti, a volte la persona non ha la libertà di scelta.
Non decide il colore della propria pelle, non decide che il mondo sia diviso in caste e di nascere nella più bassa, non decide di ammalarsi, non decide quando innamorarsi come nel caso di Giulia. Sono dunque veramente tanti gli elementi da considerare quando si parla di Diversità ed Inclusione che si raggiungono con calma, lavorando sia con il gruppo nel suo insieme (es. il modello di funzionamento prevalente, la percezione delle culture differenti) sia con gli individui (es. interessi, motivazioni, aspettative, libertà di scelta), considerando tanto le persone già componenti del team quanto quelle che potenzialmente sono incuriosite a farne parte.
18 Commenti
Gio76
6/12/2018 08:34:58 pm
Vero il conformismo rafforza la sensazione di diversità
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Giada
6/12/2018 08:37:59 pm
Negli ambienti piccoli come sono gli uffici ci vuole poco a essere considerati diversi parola mia
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Ester
6/12/2018 09:03:57 pm
Quando la diversità sarà considerata un valore?
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Morgana
6/12/2018 09:09:35 pm
Felice di lavorare in un ufficio dove l'inclusione è la norma
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Piero T
7/12/2018 07:47:00 am
Nonsottovalutiamo il fatto che in ufficio il conformismo fa lavorare con più efficienza con tutti focalizzati su obiettivi precisi. Va bene accogliere, includere, ma c'è anche il lavoro da fare
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Roberto booksboxes
10/12/2018 09:33:18 am
Ciao Piero T, proverei a tenere separato il ruolo organizzativo che "indossiamo" e che necessariamente deve rientrare in un sistema abbastanza codificato (ma ci sono settori e modelli che non prevedono neppure questa uniformità di ruoli) e il fatto di essere persone con le nostre specificità che non dovrebbero essere nascoste
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Marika
7/12/2018 07:53:22 am
Non è facile trovare fin dove l'inclusione può spingersi; ad esempio a mensa. Abbiamo dovuto rivedere con costi maggiori i menu per le nuove esigenze degli ultimi assunti. Se posso capire le ragioni religiose che non sono scelte, ma come gestire il "fruttariano" convinto? Mi dicono che siamo in ritardo culturale, che siamo chiusi, ma io non posso cambiare contratti ogni volta per accettare le richieste di tutti quelli che mangiano "diversamente"
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Roberto Booksboxes
10/12/2018 09:44:31 am
Ciao Marika, grazie per il commento.
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Francesca
7/12/2018 01:33:22 pm
trovo bella l'idea di parlare di cose d'azienda attraverso i libri, solo che sulla diversity ma forse lo dici anche tu non c'è solo il conformismo che incide per me è più un atteggiamento mentale. Lo dico perché io sono una responsabile di ufficio e noto che in alcune persone è la diversità in sé che mette ansia ma non per essere conformisti ma proprio perché (secondo me emotivamente) le cose o le persone differenti minano alcune certezze e mettono un po' paura
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Piero T
8/12/2018 09:47:20 am
Concordo con Francesca, non è solo il conformismo ma fa tanto la paura
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Camilla DS
7/12/2018 10:55:14 pm
Si può dire di tutto ma la diversità è molto complicata da gestire
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Giuseppe 67d
8/12/2018 12:13:15 pm
Buona la selezione dei libri. Conosco l'ultimo quello del 2018 e può essere considerato un manifesto della libertà di essere se stessi superando le diversamente
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Alice Mat
8/12/2018 10:11:05 pm
Siamo tutte diverse nel lavoro e nel privato è assolutamente normale e i libri consigliati lo dimostrano
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Mas. 88
9/12/2018 11:48:06 am
Non riesco a seguire il tuo blog sempre per mancanza di tempo ma questa volta voglio dirti bravo hai scelto bene i libri (la treccia è un libro meraviglioso, consigliatissimo!) ciao
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Roberto booksboxes
10/12/2018 09:28:57 am
Ti ringrazio!
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Vittorio M62
9/12/2018 08:32:32 pm
A dirla tutta nel libro della Colombani è la diversità che permette di sopravvivere e di avere una speranza reale. È un buon esempio di smetterla di fare tutti le stesse cose anche al lavoro
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Gaia M
10/12/2018 08:34:58 pm
In ufficio appena faccio qualcosa di "diverso" o dico qualcosa di strano iniziano a guardarmi male.
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Valeria
10/12/2018 08:38:24 pm
Che poi la diversità è sempre relativa mai assoluta e con quale diritto una può dire di essere normale ed è l'altra ad essere diversa?
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