In un post, precedente avevo scritto che siamo a conoscenza della nostra identità, di chi siamo quando la mattina ci alziamo dal letto; in qualche modo sappiamo di essere noi. Pirandello, tuttavia, ci stimola a pensare a quanti noi (o immagini di noi) esistono nella testa degli altri con i quali ci relazioniamo. Così anche l'ufficio ed il reparto di lavoro possono diventare un incredibile gioco di specchi. Il nostro modo di essere è influenzato dai feed back che riceviamo dagli altri colleghi e che noi interpretiamo. Possiamo arrivare ad assumere identità multiple, persona seria ed irreprensibile con un certo gruppo di persone, sciolta e disinibita con altri, possiamo essere discreti con taluni ma pettegoli con altri.
Ci comportiamo con schemi differenti, a volte per calcolo, a volte per necessità, altre solo per provare nuove sensazioni. In alcune circostanze abbiamo bisogno di appartenere ad un gruppo, in altre di essere ben valutati secondo quelle regole di comportamento che noi riteniamo che gli altri seguano oppure vogliamo sperimentare nuove strade. Ma dietro ai nostri comportamenti ci siamo noi pensati da noi. Questo noi è stabile o si modifica nel tempo? Si modifica in tutto o solo in parte? PS: Se vi capita provate la camera o cubo degli specchi di Boriani al Museo del Novecento a Milano
10 Commenti
Gio 75
15/1/2015 01:03:35 am
E con questo post mi hai ...azzerato !
Risposta
Roberto
15/1/2015 01:37:15 am
Ciao Gio,
Risposta
Barbalusa
15/1/2015 01:24:26 am
Sono preoccupato dell'immagine che il mio capo ha di me!
Risposta
Roberto
15/1/2015 01:45:14 am
Ciao Barbalusa, ogni situazione è differente.
Risposta
Annalix
26/1/2015 04:58:13 am
L'ho scritto anche in un altro post e me scuso ... ma davvero in ufficio mi pare che gli mi guardino come "ruolo" e meno come persona, ed io al 90% devo agire solo secondo le direttive che ho
Risposta
mario f
26/1/2015 11:52:19 pm
Sono in pensione da poche settimane per fortuna. I rapporti con i miei colleghi si erano deteriorati negli ultimi anni. Arrivavamo già incavolati, ci voleva poco a rispondere male, musi lunghi, davvero non vedevo l'ora di andarmene in pensione. Non l'avrei mai detto. Comunque io stesso venivo considerato in modo molto diverso. So per certo che c'era che mi considerava un grande lavoratore, disponibile e c'era chi mi considerava uno scansafatiche molto presuntuoso. Davvero incredibile quante opinioni diverse ci possono essere sulla stessa persona.
Risposta
Roberto
27/1/2015 01:07:35 am
Ciao Mario e grazie per il commento.
Risposta
Roberto
16/2/2015 01:47:10 am
Ieri sera da Fabio Fazio era ospite Monica Bellucci e ad una precisa domanda sull' "immagine", l'attice ha risposto che la sua immagine è qualcosa di diverso da lei e che, per implicite ragioni del suo lavoro, si impara ad accettare che esista.
Risposta
13/2/2015 01:29:20 am
Tutta l'opera di Pirandello ci spinge a riflettere sulla "relatività" e "l'incompletezza" dell'immagine che abbiamo di noi stessi e degli altri, della realtà e della verità. Questa immagine relativa e incompleta cambia nel tempo, si evolve a seguito di un continuo "scambio di informazioni" con l'ambiente che ci circonda: noi stessi, gli altri e gli ambienti / ambiti che frequentiamo. Continuare ad avere una visione statica delle relazioni, pensare che l'immagine di sé o le immagini di sé siano incrollabili in noi come negli altri è un pregiudizio. Quando cominciamo ad intravedere un aspetto 'evolutivo' ed 'incrementale' nello sviluppo delle relazioni (in ufficio, come a scuola) allora i rapporti si rilassano, si è maggiormente disponibili all'accettazione di sé e degli altri... sapremo sempre molto poco, ma ogni giorno qualcosa di più.
Risposta
Roberto
13/2/2015 03:50:26 am
Grazie per il commento Paola.
Risposta
Il tuo commento sarà pubblicato dopo l'approvazione.
Lascia una risposta. |
LE AZIENDE SONO ORGANIZZAZIONI UMANE PER QUESTO LA LETTERATURA AIUTA A DECIFRARNE LE INTRICATE DINAMICHE ORGANIZZATIVE...
DAL 2014 questo blog è un esempio di come può funzionare MbyArt
Perché il blog
Ciò che accade in una società viene in parte replicato all'interno delle aziende.
Ecco perché la letteratura aiuta spesso a comprendere e decifrare, anche meglio dei testi "professionali", quelle intricate situazioni lavorative nelle quali emozioni, interessi, ruoli e contesto si influenzano reciprocamente. Dal 2014 booksboxes ! categories
Tutto
Partecipando a questo blog se ne comprendono ed accettano tutte le regole e le responsabilità relative
autore: roberto ceccarelli
archives
Giugno 2021
|