Non credo di sbagliare troppo se descrivo un team ideale come quel gruppo di professionisti che concede a tutti i suoi membri autonomia e riconoscimento, comunica al proprio interno in modo aperto, distribuisce adeguatamente informazioni e compiti, segue regole condivise, è capace di adattarsi ai cambiamenti e raggiunge gli obiettivi per cui si è formato. Spero che molti di voi lavorino in questa piacevole situazione. Anche i personaggi di Furore e Resto qui vivono una condizione sociale accettabile appartenendo a due comunità contadine, a gruppi coesi. Eppure in ogni gruppo è sempre latente una forza disgregatrice, che mina la stabilità del team, che tende ad allentarne i legami, che mette in discussione equilibri conquistati spesso con tanta pazienza. ![]() In entrambi i romanzi considerati, questa forza distruttrice si manifesta attraverso una minaccia che va a colpire l’esistenza del nucleo più sacro per una cultura contadina, ovvero la famiglia. Di fronte ad un attacco, così intimo, ogni mezzadro, ogni contadino smette di pensare come componente di un gruppo più ampio e inizia a reagire con l’istinto di conservazione e sopravvivenza della propria famiglia. Pur con tutte le dovute differenze tra una comunità sociale ed un gruppo di lavoro aziendale, i due romanzi ci aiutano a identificare alcune forze che minano la stabilità di un gruppo. ![]() Tra quelle interne al gruppo:
Che dite? Non sono forse delle utili indicazioni per chi partecipa o gestisce un team aziendale? Avere la consapevolezza di queste forze centrifughe, che possono depotenziare l'efficacia di un gruppo di lavoro, è il primo necessario passo per salvaguardarne la stabilità. Ancora una volta, la letteratura è fonte di ispirazione e di suggerimenti per chi lavora in azienda. Alla prossima Breve presentazione dei due romanzi
Furore (The grapes of wrath), il romanzo di Steinbeck (pubblicato nel 1939) narra le vicende di una famiglia appartenente ad una comunità di mezzadri dell’Oklahoma nei primi decenni del ‘900. Queste comunità agricole sono chiuse (molte di loro coltivano da due generazioni le terre espropriate ai nativi americani), fortemente legate al concetto di locus, luogo, di proprietà, di gruppo familiare che riceve dalla propria fatica e dal terreno ciò di cui e per cui vivere. Quando i grandi proprietari terreni scoprono i più redditizi trattori e falciatrici meccaniche al posto dei contadini e delle loro famiglie non sanno più cosa farsene. Anche grazie a minacce e fake news (volantini stampati che parlano della California, ad Ovest, come di un paradiso che attende di ricevere i mezzadri per offrire loro un ben pagato lavoro) li allontanano dalle terre. I contadini non fanno fronte comune. Quella che sembrava una solida comunità pronta a difendersi contro gli estranei si disgrega senza combattere, Illuminante è il dialogo tra il protagonista Tom Joad e sua madre. La donna dice “... Siamo più di centomila, dicono, sfrattati. Se si fosse tutti uniti a reagire, allora nessuno penserebbe a darci la caccia” e Tom di rimando ”non capisco perché non si uniscano”, a cui la madre risponde “non so, sono come intontiti, come fossero mezzo addormentati”. Anche il romanzo di Marco Balzano, Resto qui, è ambientato, più o meno, negli stessi decenni del ‘900 (pubblicato nel 2018) e narra le vicende di personaggi della comunità contadina di Curon (oggi in Alto Adige), della distruzione dei loro campi, case e paesi per la realizzazione di una diga., fortemente voluta dallo Stato Italiano ed imprenditori svizzeri. Ancora una volta una comunità coesa, nella sua quotidianità, nel lavoro dei campi, che trascorre i pochi momenti di riposo all’osteria o sulla piazza della chiesa, reagisce come una somma di individui distinti e non trova una risposta comune alle pressioni (offerte di danaro e minacce personali) e all’incombente distruzione del paese.
7 Commenti
Gio76
20/10/2018 02:59:36 pm
Utile grazie
Risposta
Alice
20/10/2018 03:25:40 pm
Letti entrambi, sono due romanzi storici con tante chiavi di lettura. La tua è interessante e inconsueta
Risposta
Roberto
22/10/2018 08:56:11 am
Grazie Alice!
Risposta
Piero T
20/10/2018 03:56:41 pm
Io gestisco un team aziendale e devo ammettere che soffriamo molto per le informazioni che arrivano da fuori, devo continuamente precisare, chiarire, chiedere chi ha dato quelle notizie che sono destabilizzanti al massimo
Risposta
Roberto
22/10/2018 09:01:48 am
Ciao Piero, sono d'accordo che impiegare del tempo a smentire, spiegare, precisare notizie "esterne" sia frustrante. Io non conosco la vostra situazione, posso solo dirti che a volte la ricerca "compulsiva" di informazioni esterne merita di essere trattata in una riunione dedicata per far emergere le cause. Grazie per il tuo commento
Risposta
Piera
20/10/2018 04:02:58 pm
sabato pomeriggio a lavorare per una presentazione su gli obiettivi della prossima settimana del mio team. ed ecco il post che mi dà alcune dritte su cosa non fate :-)
Risposta
Paolo NRT
21/10/2018 09:17:19 am
quando ci sono sottogruppi ci sono sempre problemi, vero
Risposta
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