Libri: "Furore" - "The grapes of wrath" di J. Steinbeck (1939) e "Resto qui" di M. Balzano (2018)
Non credo di sbagliare troppo se descrivo un team ideale come quel gruppo di professionisti che concede a tutti i suoi membri autonomia e riconoscimento, comunica al proprio interno in modo aperto, distribuisce adeguatamente informazioni e compiti, segue regole condivise, è capace di adattarsi ai cambiamenti e raggiunge gli obiettivi per cui si è formato. Spero che molti di voi lavorino in questa piacevole situazione. Anche i personaggi di Furore e Resto qui vivono una condizione sociale accettabile appartenendo a due comunità contadine, a gruppi coesi. Eppure in ogni gruppo è sempre latente una forza disgregatrice, che mina la stabilità del team, che tende ad allentarne i legami, che mette in discussione equilibri conquistati spesso con tanta pazienza. In entrambi i romanzi considerati, questa forza distruttrice si manifesta attraverso una minaccia che va a colpire l’esistenza del nucleo più sacro per una cultura contadina, ovvero la famiglia. Di fronte ad un attacco, così intimo, ogni mezzadro, ogni contadino smette di pensare come componente di un gruppo più ampio e inizia a reagire con l’istinto di conservazione e sopravvivenza della propria famiglia. Pur con tutte le dovute differenze tra una comunità sociale ed un gruppo di lavoro aziendale, i due romanzi ci aiutano a identificare alcune forze che minano la stabilità di un gruppo. Tra quelle interne al gruppo:
Che dite? Non sono forse delle utili indicazioni per chi partecipa o gestisce un team aziendale? Avere la consapevolezza di queste forze centrifughe, che possono depotenziare l'efficacia di un gruppo di lavoro, è il primo necessario passo per salvaguardarne la stabilità. Ancora una volta, la letteratura è fonte di ispirazione e di suggerimenti per chi lavora in azienda. Alla prossima Breve presentazione dei due romanzi
Furore (The grapes of wrath), il romanzo di Steinbeck (pubblicato nel 1939) narra le vicende di una famiglia appartenente ad una comunità di mezzadri dell’Oklahoma nei primi decenni del ‘900. Queste comunità agricole sono chiuse (molte di loro coltivano da due generazioni le terre espropriate ai nativi americani), fortemente legate al concetto di locus, luogo, di proprietà, di gruppo familiare che riceve dalla propria fatica e dal terreno ciò di cui e per cui vivere. Quando i grandi proprietari terreni scoprono i più redditizi trattori e falciatrici meccaniche al posto dei contadini e delle loro famiglie non sanno più cosa farsene. Anche grazie a minacce e fake news (volantini stampati che parlano della California, ad Ovest, come di un paradiso che attende di ricevere i mezzadri per offrire loro un ben pagato lavoro) li allontanano dalle terre. I contadini non fanno fronte comune. Quella che sembrava una solida comunità pronta a difendersi contro gli estranei si disgrega senza combattere, Illuminante è il dialogo tra il protagonista Tom Joad e sua madre. La donna dice “... Siamo più di centomila, dicono, sfrattati. Se si fosse tutti uniti a reagire, allora nessuno penserebbe a darci la caccia” e Tom di rimando ”non capisco perché non si uniscano”, a cui la madre risponde “non so, sono come intontiti, come fossero mezzo addormentati”. Anche il romanzo di Marco Balzano, Resto qui, è ambientato, più o meno, negli stessi decenni del ‘900 (pubblicato nel 2018) e narra le vicende di personaggi della comunità contadina di Curon (oggi in Alto Adige), della distruzione dei loro campi, case e paesi per la realizzazione di una diga., fortemente voluta dallo Stato Italiano ed imprenditori svizzeri. Ancora una volta una comunità coesa, nella sua quotidianità, nel lavoro dei campi, che trascorre i pochi momenti di riposo all’osteria o sulla piazza della chiesa, reagisce come una somma di individui distinti e non trova una risposta comune alle pressioni (offerte di danaro e minacce personali) e all’incombente distruzione del paese.
18 Commenti
Gio76
20/10/2018 02:59:36 pm
Utile grazie
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Alice
20/10/2018 03:25:40 pm
Letti entrambi, sono due romanzi storici con tante chiavi di lettura. La tua è interessante e inconsueta
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Roberto
22/10/2018 08:56:11 am
Grazie Alice!
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Piero T
20/10/2018 03:56:41 pm
Io gestisco un team aziendale e devo ammettere che soffriamo molto per le informazioni che arrivano da fuori, devo continuamente precisare, chiarire, chiedere chi ha dato quelle notizie che sono destabilizzanti al massimo
Risposta
Roberto
22/10/2018 09:01:48 am
Ciao Piero, sono d'accordo che impiegare del tempo a smentire, spiegare, precisare notizie "esterne" sia frustrante. Io non conosco la vostra situazione, posso solo dirti che a volte la ricerca "compulsiva" di informazioni esterne merita di essere trattata in una riunione dedicata per far emergere le cause. Grazie per il tuo commento
Risposta
Piera
20/10/2018 04:02:58 pm
sabato pomeriggio a lavorare per una presentazione su gli obiettivi della prossima settimana del mio team. ed ecco il post che mi dà alcune dritte su cosa non fate :-)
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Paolo NRT
21/10/2018 09:17:19 am
quando ci sono sottogruppi ci sono sempre problemi, vero
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Sandra
31/1/2022 09:19:32 am
Grazie utile, stiamo facendo un lavoro sul nostro team di vendita e i tuoi bullet point sono stati utilissimi
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Maurizio P
2/2/2022 07:57:27 am
Vero tutto ma dipende anche molto dalla personalità di quelli che stanno nel team
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Lucy
2/2/2022 10:54:00 am
Mi ha detto Sandra di curiosare sul tuo blog e devo dirti che mi piace un sacco! Hai ragione i libri danno soluzioni a chi lavora, anche da solo come professionista
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Roberto Autore
2/2/2022 10:57:06 am
Grazie Lucy, le tue parole mi fanno molto piacere! Buona giornata
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Roberto Autore
2/2/2022 11:00:15 am
Ciao Maurizio, indubbiamente è vero ciò che dici. La metto così è l'insieme di quelle che tu chiami "personalità" che produce effetti positivi o negativi in un team. Certamente alcune "personalità" come quella di chi è il capo incidono sul benessere del team in modo più importante perché possono influenzare l'atteggiamento delle persone che compongono il team stesso. Grazie!
Risposta
Roberto Autore
2/2/2022 11:01:37 am
Grazie Sandra, mi fa molto piacere perché è proprio la finalità di questo blog e vlog di condividere spunti utili per chi lavora. Ciao
Risposta
Maurizio P.
2/2/2022 11:12:07 am
In risposta a Roberto Autore - Sì certo è ovvio. Ma volevo dire che un team è sempre un'alchimia di diverse personalità e a volte le cose vanno bene o vanno male e non c'è una regola per capire come mai
Risposta
Elisabetta
4/2/2022 08:15:48 am
Grazie a Sandra che mi ha linkato questo blog. Trovo molto interessante usare la letteratura per guardare al mondo delle aziende, i suggerimenti che lei dà mi paiono centrati ed utili. Cordialmente Elisabetta
Risposta
Mara
12/2/2022 07:56:56 am
Ho letto solo Furore e al di là dei significati sociologici ed umani è interessante la lettura quasi organizzativa che ne trai. Ci sono enormi similitudini con le situazioni delle aziende improvvisamente in crisi e in ristrutturazione che sto vivendo non direttamente attraverso persone a me care
Risposta
Roberto Autore
12/2/2022 09:58:12 am
In risposta a Elisabetta: la ringrazio molto per le sue belle parole, buona giornata
Risposta
Roberto Autore
12/2/2022 10:09:59 am
in risposta a Mara: ogni volta che sento parlare o vedo situazioni di ristrutturazioni aziendali o chiusure mi vengono in mente alcuni ricordi di angoscia e preoccupazione per il futuro condivise con i colleghi e quel senso di (magari il termine non è il più corretto) di inutilità del proprio lavoro, dello sfrangiarsi di relazioni fino a quel momento solide e dell'azzeramento del valore delle fatiche accumulate in anni di attività. Il tema è sempre lo stesso, il lavoro crea socialità e quando si perde il primo la perdita è sempre doppia. Ma ho anche visto tante e tante volte che le persone coinvolte riescono a trovare forza, convinzione e aiuto per voltare pagina ed è quello che confido che possa accadere anche nella situazione che hai condiviso.
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