(non) parliamoci chiaro

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Libro: "Il Maestro e Margherita" di Michail Bulgakov (scritto 1930/40 pubblicato 1966)

Oggi ci occupiamo di cosa fare di fronte ad un linguaggio poco chiaro, poco limpido, vediamo subito 4 esempi di questo modo di parlare.

C’è l’inizialismo di coloro che devono partire sempre dal principio da Adamo ed Eva e ti riempiono di dettagli spesso inutili, poi c’è il tira-sassismo usato da quelli che sganciano la bomba e poi ti dicono non te l’ho mica detto per… passiamo al modo evitante utilizzato per comunicare tutte le informazioni eccetto proprio quelle scomode che sarebbe utile conoscere ed infine il capisci a me di coloro che ad esempio dicendo che credono molto nella responsabilizzazione dei propri collaboratori, ti stanno dicendo che solo tu sarai responsabile di quello che fai.

Ma di questo linguaggio trasversale, torbido che a volte viene usato consapevolmente ed a volte no, che in certi casi è utile ed in altri crea difficoltà nel flusso delle informazioni, troviamo nel libro il Maestro e Margherita di Bulgakov un sublime esempio nel dialogo tra Pilato, procuratore romano e Afranio capo dei servizi segreti del procuratore.

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Pilato desidera che Giuda il traditore sia eliminato, ma per ragioni politiche non vuole essere coinvolto in alcun modo; e allora chiama a sé Afranio e conta sulla capacità di questo fidato collaboratore di leggere tra le righe, invece di ordinare esplicitamente l’omicidio di Giuda dice ad Afranio che gli sono giunte voci che Giuda verrà assassinato quella notte stessa, Afranio sorpreso, ignaro che ci sia un simile piano in corso, pone domande per saperne di più ma Pilato non aggiunge dettagli e conferma la propria assoluta certezza che quell’omicidio avverrà.

Afranio conosce bene Pilato e inizia a capire, gli sono chiari i vantaggi dell’eliminazione di Giuda e quindi pone una domanda di controllo per essere certo di aver letto tra le righe… e infatti chiede -quindi Giuda verrà accoltellato? – alla risposta affermativa di Pilato sulla precisa modalità dell’esecuzione è certo di aver compreso non solo che Giuda deve essere ucciso ma visto che Pilato non l’ha ordinato esplicitamente anche se avrebbe potuto farlo, intuisce che il lavoro sporco deve essere affidato a personaggi distanti da Pilato ed infatti così sarà.

Ho molto riassunto un dialogo che merita di essere letto nella sua interezza, ma comunque è importante per noi evidenziare quello che Afranio fa di fronte al linguaggio obliquo di Pilato

• Primo: Afranio ascolta attentamente, liberando la propria mente da pregiudizi, preconcetti
  
• Secondo: Afranio pone delle domande per ottenere dal suo interlocutore delle reazioni, degli indizi aggiuntivi.
  
• Terzo: elabora, domandandosi quale possa essere il vero messaggio celato nelle parole, chiedendosi il perché di quel dialogo
  
• ed infine ragionando arriva ad una conclusione e pone un’ultima domanda di controllo per essere certo di aver compreso correttamente.
  

Si potrebbe discutere a lungo se sia più o meno utile usare un linguaggio ambiguo, sappiamo che accade ed Afranio ci mostra come possiamo affrontare una simile circostanza. Ancora una volta la letteratura ci dà delle indicazioni utili, spendibili al lavoro da subito.

Al prossimo post!

Roberto Ceccarelli