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Le differenze generazionali in azienda sono importanti?

16/3/2018

32 Commenti

 
Libri: "La lunga notte di Adele in cucina" di Livia Aymonino e "A proposito di Marta" di Pierluigi Battista (2018)
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A volte, la lettura dei fenomeni aziendali può essere facilitata guardando a settori e mondi distanti da quello economico-organizzativo.

Con questo obiettivo, qualche giorno fa, a Tempo di Libri, il salone dell’editoria a Milano, ero seduto alla presentazione incrociata di due libri La lunga notte di Adele in cucina di Livia Aymonino e A proposito di Marta di Pierluigi Battista.

Entrambi gli autori si sono dedicati al tema delle differenze generazionali; Livia Aymonino più nell’accezione del percorso di cambiamento tra le varie fasi della vita (infanzia, adolescenza, ecc.), Pierluigi Battista annotando, con ironia e rigore, discordanze di abitudini, interessi e convinzioni tra giovani di ieri e di oggi.
Tanti gli spunti utili per la vita aziendale, particolarmente interessante una riflessione di Livia Aymonino.
L’autrice, da un lato, ha rimarcato una profonda differenza tra gli attuali giovani e quelli di ieri, quando ha detto “miliardi di io che fanno fatica a diventare noi mentre il nostro noi era un soggetto di per sé...” e dall’altro, quali all’opposto, ha affermato che si era trovata spiritualmente molto vicina alla giovane protagonista del libro di Battista, perché entrambe donne, benché  tra loro ci fosse una significativa differenza di età.
Foto
Insomma sia un’apparente contraddizione sia l’introduzione di un’altra variabile, quella di genere, che, traslate nel mondo aziendale, danno luogo a tre osservazioni per chi si occupa di team :
  • Il primo aspetto da considerare non è tanto la generazione di appartenenza quanto il diverso atteggiamento (e motivazione) individuale nei confronti di temi quali, ad esempio, il cambiamento,  la responsabilità, la delega, il proprio successo ...
  • Il secondo è determinare cosa generi questo atteggiamento a livello di macro strumenti culturali (es. stereotipi, simboli, linguaggio, interessi, slogan, abitudini ...) che possono essere oltretutto diversi all’interno della medesima generazione.
  • in terzo luogo, se c'è una forte prevalenza di una generazione in un team può capitare che si sviluppino dinamiche di in-group/out-group dove il senso di appartenenza fa agire in modo omogeneo le persone al di là del proprio pensiero.

Certo, ci vuole un metodo per fare ordine. L’esperienza sul campo fatta insieme al team di blisszone mi conferma che i metodi multidisciplinari, mix di competenze differenti; sono, in genere, molto più efficaci e rapidi, permettendo ad un team multi-generazionale di eliminare stereotipi e fare un percorso di arricchimento professionale, reciproco.

Ancora una volta, ho trovato conferma che la letteratura non "tecnica" sia una notevole fonte di ispirazione anche per il mondo del lavoro.
32 Commenti
Alice
16/3/2018 10:11:32 am

Mi ci ritrovo e non mi ci ritrovo. Condivido che sia più importante valutare l'atteggiamento individuale (lo dico da Hr manager) però sono confusa quando parli di "metodi multisciplinari" che sembrano una medicina magica a tutti i problemi organizzativi che non sono solo certo quelli generazionali.

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:24:35 am

Ciao Alice e grazie per il commento.
Intendevo dire, e mi scuso se non sono stato chiaro, che invece di avere tanti distinti professionisti che lavorano magari "sconnessi" tra loro o addirittura in contrasto è meglio affidarsi ad un team multidisciplinare che ha un obiettivo unico e che per raggiungerlo mette in sinergia competenze diverse. Si fa prima e si è più efficaci.

Risposta
Alberto J
16/3/2018 10:20:17 am

Cioè la conclusione è che le differenze generazionali non hanno importanza? Non credo che sia così, il mio ufficio è un caos continuo proprio perché ognuno se ne sta per i fatti suoi o con quelli della sua età

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:22:29 am

Ciao Alberto J, mi spiace se non sono stato chiaro. Per me l'appartenenza ad una generazione ha di certo un valore (per il background "sociale") e di sicuro aiuta ad ipotizzare cosa possa incentivare o dare fastidio ad una persona, ma il valore maggiore ce l'ha l'atteggiamento individuale verso quei temi che sono importanti per ciascuna cultura aziendale

Risposta
Paolo D
16/3/2018 10:36:38 am

Interessante punto di vista, diverso dai soliti consigli

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:25:16 am

Grazie Paolo D

Risposta
Giovanna
16/3/2018 11:04:14 am

Buongiorno ho dato un'occhiata a blisszone e l'approccio mi incuriosisce le scrivo a info@blisszone Grazie

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:25:53 am

Perfetto grazie la mail è quella corretta

Risposta
Annapaola
16/3/2018 11:09:26 am

Considerazioni interessanti però temo che ci portino un po' lontano da quello che un'azienda deve fare. Io mi occupo di Hr ma se dicessi al nostro proprietario di investire soldi su tutto questo...non credo che lo farebbe

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:30:09 am

Buongiorno Annapaola, grazie per il commento. Io non posso e non devo convincere nessuno ad investire soldi. Come ho scritto il team di blisszone (che si basa su tanti anni di ricerca teorica ed esperienza pratica, nel senso che non è improvvisato) riesce a portare i risultati (certificati) di cui ho scritto. Accettiamo tranquillamente che quei risultati non rappresentino necessariamente un "valore" per tutti, ci mancherebbe altro!

Risposta
Fabio
16/3/2018 11:13:22 am

Quindi la risposta è?

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:32:47 am

Ciao Fabio, the winner is ... l'atteggiamento individuale verso ciò che la cultura della tua azienda reputa importante, al secondo posto utile conoscere quei tratti di comunanza che ogni generazione ha, per avere qualche idea in più circa le leve organizzative da usare

Risposta
Adele
16/3/2018 11:40:49 am

Mi interessa un confronto perché ho avuto modo di conoscere qualcuno con cui avete lavorato ma non avevo la mail

Risposta
Roberto
16/3/2018 11:42:33 am

Grazie Adele, info@blisszone.it è la mail giusta.

Risposta
Marta S
16/3/2018 12:18:08 pm

Penso chei siano idee utili grazie

Risposta
Roberto
16/3/2018 01:11:05 pm

Grazie a te Marta S

Risposta
Mauro 81
16/3/2018 01:07:00 pm

Io sono supervisor di un team di ragazze e ragazzi con un'età media di 28 anni ed abbiamo con noi un collega di circa 40. Mai avuto problemi

Risposta
Roberto
16/3/2018 01:10:29 pm

Benissimo! Contento per voi. Altre volte non è così, basta saperlo ed essere capaci di gestire quelle situazioni in cui qualcuno è escluso dal gruppo per la differenza di età. Ma anche in quei casi, abbiamo visto, che ci sono ottime possibilità per risolvere il "problema"

Risposta
Marco
16/3/2018 10:05:26 pm

Consiglio di utilizzare il libro di Battista per sedute di libro terapia in ufficio

Risposta
Bea
17/3/2018 07:22:35 am

La foto è molto carina (le generazioni rovesciate) ma di genere ...ci vedo la tipica immaturità degli uomini

Risposta
Piero p77
17/3/2018 10:46:02 am

Osservazioni utili però difficili da applicare

Risposta
Roberto
19/3/2018 09:27:55 am

Ciao Piero P77, se ti va, fammi capire perché per te sono "difficili", grazie

Risposta
Piero P77
19/3/2018 09:42:17 am

Come fai a tener conto di tutti?

Marta Dart
17/3/2018 01:25:09 pm

Ho trovato per caso questo blog e mi piace un sacco l'idea che i libri facciano vivere meglio. Continuate così.

Risposta
AdeleT6
18/3/2018 09:33:06 am

"ghettizzare" le persone con politiche mirate per generazioni è un errore, chi lo dice che a una cinquantenne non possano far piacere le stesse attenzioni di una trentenne. Se per rendere le cose semplici la popolazione aziendale va "aggregata" allora meglio farlo come dice il post su atteggiamenti organizzativi che interessano l'azienda

Risposta
Piero Darti
18/3/2018 03:19:01 pm

Abbiamo dato troppa importanza alle differenze di generazioni e continuiamo a dimenticarci della ",persona "

Risposta
Gio72
18/3/2018 08:16:39 pm

Le differenze tra generazioni quando sono evidenti rischiano di lasciare molti "feriti" nel passaggio all'Industry 4.0

Risposta
Gio72
18/3/2018 08:21:16 pm

...nel senso che mi pare che l'idea di azienda 4.0 sia molto più vicina ad un modo di concepire il lavoro delle nuove generazioni

Risposta
Roberto
19/3/2018 09:26:32 am

Grazie Gio72, ritengo il tema, che citi, molto importante.
Oggi l'industry 4.0 è molto focalizzata sull'efficienza, sembra quasi che l'essere umano, che sta fuori dalla stanza di progettazione, debba soltanto subirla.Sono mesi che andiamo ripetendo che le tecnologie devono essere al servizio degli umani e non viceversa ... quindi sì aiutare chi è più giovane a considerare la tecnologia anche da una prospettiva più rispettosa delle persone penso sia davvero importante

Risposta
Paolo 77R
19/3/2018 07:51:19 am

Le differenze tra generazioni ci sono ci sono spesso non vale neppure la pena cercare di fare nulls. Meglio tenersele e ricordare che esistono

Risposta
Roberto
19/3/2018 09:30:06 am

Ciao Paolo 77R nessuno le nega ma sono solo l'aspetto superficiale, bisognerebbe scavare sotto per lavorare sugli atteggiamenti delle singole persone. Grazie

Risposta
Silvia
21/3/2018 08:58:27 am

La parola magica per gli HR, come me, è bilanciamento nelle politiche di inclusione tra iper focus sulla generazione di appartenenza e politiche valide per tutti

Risposta

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