"Resto qui" per un incontro inatteso
di Roberto Ceccarelli
Agosto 2018
Agosto 2018
Da qualche anno trascorriamo una parte delle vacanze in Val Venosta in Alto Adige ed è stato naturale appassionarci alla storia di Curon, il borgo sommerso dall’innalzamento artificiale del lago Resia a seguito di una lunga e contrastata costruzione di una diga, terminata nel 1950.
Ovviamente, con molta curiosità, abbiamo letto il recente libro di Marco Balzano - resto qui - , che proprio del borgo di Curon e delle piccole e grandi storie dei suoi abitanti ha realizzato un vivido affresco. |
Mi piace condividere il fatto che questo libro abbia permesso una conoscenza inattesa.
Qualche settimana fa, sul sentiero del ritorno verso Resia dal Cippo dei tre confini, il particolare masso sul quale i confini di Svizzera, Austria ed Italia si incrociano, abbiamo superato e salutato due uomini che scendevano lenti chiacchierando placidamente in tedesco.
Li avevamo distanziati di una cinquantina di passi, quando uno dei due ha richiamato la nostra attenzione. Da educati escursionisti ci siamo fermati e girati verso questa persona, sebbene fossimo di fretta perché distanti ancora un’ora e mezza dal nostro vecchio cane che con qualche problema di incontinenza, ci stava attendendo trepidante a casa.
Qualche settimana fa, sul sentiero del ritorno verso Resia dal Cippo dei tre confini, il particolare masso sul quale i confini di Svizzera, Austria ed Italia si incrociano, abbiamo superato e salutato due uomini che scendevano lenti chiacchierando placidamente in tedesco.
Li avevamo distanziati di una cinquantina di passi, quando uno dei due ha richiamato la nostra attenzione. Da educati escursionisti ci siamo fermati e girati verso questa persona, sebbene fossimo di fretta perché distanti ancora un’ora e mezza dal nostro vecchio cane che con qualche problema di incontinenza, ci stava attendendo trepidante a casa.
“Voi sapete dove va questo ruscello?” - ci domanda un simpatico signore in ottimo italiano leggermente venato da qualche asprezza teutonica.
Cercando di essere delicato ma anche un po’ sbrigativo, ho sorriso, rispondendo “… andrà nel lago Resia...” (n.d.r. qualche centinaio di metri a valle).
“No, caro signore, questo ruscello va dritto nel mar Nero!” ci ha risposto il nostro simpatico (davvero) interlocutore “Vedete più a monte, lì, cvella costruzione in legno… lì, il ruscello viene separato artificialmente e questa parte scende a Nauders e poi nel Danubio e quindi nel Mar Nero… sono stati gli uomini a decidere così”.
Cercando di essere delicato ma anche un po’ sbrigativo, ho sorriso, rispondendo “… andrà nel lago Resia...” (n.d.r. qualche centinaio di metri a valle).
“No, caro signore, questo ruscello va dritto nel mar Nero!” ci ha risposto il nostro simpatico (davvero) interlocutore “Vedete più a monte, lì, cvella costruzione in legno… lì, il ruscello viene separato artificialmente e questa parte scende a Nauders e poi nel Danubio e quindi nel Mar Nero… sono stati gli uomini a decidere così”.
Ho trovato questa informazione curiosa tanto che sebbene riuscissi ad immaginare gli occhi imploranti del nostro vecchio Axel (“ bipede, torna, muoviti, che devo uscire...) ho sentito, incredulo, la mia voce che riprendeva il concetto degli uomini manipolatori della Terra chiedendo all’interlocutore se anch’egli avesse letto il libro di Marco Balzano, ottimo esempio di alterazione di equilibri naturali per mano umana.
È così che abbiamo scoperto che stavamo parlando con il signor Ludwig Schöpf...
È così che abbiamo scoperto che stavamo parlando con il signor Ludwig Schöpf...
... che non solo aveva letto il libro ma aveva attivamente partecipato alla sua redazione. Balzano, nella pagina dei ringraziamenti, infatti scrive “… un grazie particolare va... più di tutti … a Ludwig Schöpf maestro e miniera di informazioni su questa vicenda oltre che interprete straordinario che mi ha permesso di entrare in contatto con i testimoni e la loro lingua”.
Questo tanto piacevole quanto inatteso incontro ci ha spinto a fare altre domande e sentirci raccontare alcuni curiosi aneddoti su Resia, Vallelunga e Curon. |
Proprio grazie al nostro nuovo conoscente abbiamo deciso di assistere sotto le stelle, vicino al sopravvissuto campanile romanico di Curon, alla proiezione del film (che consiglio) di Lembergh e Stecher – Il paese sommerso - Das versunkene Dorf, che attraverso la voce dei testimoni racconta proprio la sofferenza degli abitanti del posto a seguito della costruzione della diga.
In tutta questa vicenda gli aspetti che si intrecciano sono tanti e non semplici, ci sono infatti quelli emotivi (oggi spesso condensati in maniera impropria nell’acronimo inglese NIMBY), economici (il rapporto tra costi di realizzazione e reddito prodotto dalla diga) e sociali (la disgregazione di una comunità già provata dai regimi totalitari e dalla seconda guerra mondiale).
Ma ad alcuni di questi e le relative analogie con il mondo del lavoro desidero dedicare un post a parte.
Per il momento lieti di averla conosciuta Herr Schöpf !
In tutta questa vicenda gli aspetti che si intrecciano sono tanti e non semplici, ci sono infatti quelli emotivi (oggi spesso condensati in maniera impropria nell’acronimo inglese NIMBY), economici (il rapporto tra costi di realizzazione e reddito prodotto dalla diga) e sociali (la disgregazione di una comunità già provata dai regimi totalitari e dalla seconda guerra mondiale).
Ma ad alcuni di questi e le relative analogie con il mondo del lavoro desidero dedicare un post a parte.
Per il momento lieti di averla conosciuta Herr Schöpf !